Coperta tristezza


Coperta tristezza
dal tuo ricordo infranta,
vago avendoti nel cuore,
alternando innaturali furie
a docili deliri. Mi vorrei
liberare di tanta solitudine,
ma carnale è il dolore
che dentro germoglia
e non si scalfisce con qualche
manciata di poesia edulcorata.
Verrà la stirpe a sorreggere il pianto!


Vagheggiare


...e aprì i miei
stanchissimi occhi
verso orizzonti
sconosciuti, valli desolate
ove, raminga, la tua ombra
vagava in cerca della
mia aspra malinconia...

Eros distratto


Ama quel tuo non amarmi
il mio amare dissennato.
Perso il senso del patimento
e la misura dell'indifferenza astuta,
non ebbi altro rimedio
se non quello di abbandonare
il cuore sul ciglio della strada.
A te, ogni giorno, indirizzo
enigmi d'amore disciolti in sussurri,
non te ne accorgi e sospiri aspettando
qualcuno che t'ami. Ed io?
Al freddo di abissi d'ametista
scrivo, e il tratto è tremolante
rivolo di sangue. Tu lì, io qui!
Forse non ero che tenebra per il tuo cielo di sole.

Idi di marzo


Hai sguinzagliato tutti i demoni
del mio cuore le paure, i tormenti,
le livide insicurezze, le ombre,
gli anfratti scuri sono tornati ad affollare,
rabbiosi strozzare, il fioco respiro ansimante.
Ero colonna di fumo a tenermi fermo
durante l'impietosa flagellazione
che per me hai voluto. Sei come candela
conficcata nella lacerata malinconia,
esanime mi vedo trafitto con spilli di cera sciolta,
sacrificato all'ultima floreale crocifissione.
Sei fiamma che danza, esplodendo e ritraendo
i rossi tentacoli, violenta batti le ore
con pesanti rintocchi e sibili
senz'altri sospiri se non di fuoco.
La tua foto, immagine divorata dal dolore,
riempie di vento il vuoto che m'hai regalato,
così anche questo sdrucito fiato di luna
si trascina piano verso la tua lama notturna.
Non chiederti più chi è il poeta, non esiste,
è una bugia, è un volto, un dubbio, un fulmine
a cui manca la tempesta, è solo un soffio capace
di spazzare via il cielo. Aspettavamo la primavera,
ma nerissimi filamenti di nubi ci trapassano di pioggia.


Fra i suoi sogni



Inventami il prato su cui dormirai
ed il tepore dell'estate
al quale t'abbandonerai;
inventami la notte, manto di velluto,
di stelle germogliata: sarà lenzuolo
che tutta nel sonno t'avvolgerà.
Il tempo allora parrà ruscello
che il corso suo ha smarrito,
sentirai stormi di sogni
su acquerellate ali di farfalla
giungere e dopo svanire.
Inventami petali che di rose e di gigli
ti copriranno, inventami culle coi tuoi baci
perché non infligge pena il pianto
ma è pioggia disciolta in un lamento.
Inventami il tuo profumo,
l'acqua e la terra a cui voglio affidarlo.
Inventami le nostre mani,
le profondità indicibili,
e i rumori ed il lieve fruscio
risuoneranno in te.

Illusione n.1


Su carezze rese forti
abbiamo edificato i tetti
di un perduto quanto inafferrabile piacere.
Entrambi ne siamo usciti sconfitti;
entrambi abbiam visto com'è difficile
amare ed amarsi. Noi: due angeli
col cuore limpido e le ali imbrattate,
noi siamo riusciti a capire quale il segreto
che stringe il petto, anche quando si scambia
ogni sussulto per sublime sentimento.

Divenire


Affondo la mia immaginazione
in luoghi disperatamente lontani,
dove solo il conforto di un ricordo,
un'invenzione del mio dolore, forse,
mi accoglie affettuosamente e
silenziosamente come se mi aspettasse.
Mi rivedo e non sono più io
quel bambino che gioca felice e dà,
così, gioia ai suoi pochi gesti essenziali.
Nella mente si susseguono pensieri,
parole, immagini, odori che, ora,
non sento più miei.
Cos'è successo a ciò che ero?
È diventato ciò che sono!


La realtà è il sogno d'un divenire continuo.

A 20 anni


Non so proprio come
ci sono arrivato. Non so
se è accaduto un po' per volta
oppure è capitato quella notte
mentre ti sognavo. Non so!
Il dubbio di un'età incerta rimane,
rimane la sorpresa per aver vissuto
così tanto, così distrattamente.
Le foglie ingialliscono e cadono,
ed io? Cadrò anch'io
al giungere dell'autunno?
Farò anch'io quel lento sfarfallio
al volere dei venti, quando il sole
si lamenterà per i suoi sorrisi
ancor più brevi? Una voce dal cuore
si sente suonare e ripete assillante: "non so!".

Idea eclissante


Mi riduco, pian piano, al silenzio
quando l'idea della morte
oscura il fluttuare giocoso dei miei
pensieri. Non provo paura,
né eroica rassegnazione, ma solo
silenzio e meraviglia, come se d'improvviso
esplodesse ritmo, suono, rumore e
già diviene sera quando ancora c'è il sole;
sole acre che per me ha perso ogni sapore.

Giuramento Notturno



Io non so dirti cosa sia,
né per quali libecci arrivi,
non so di quale sapore, forse il tuo,
né di quale odore, credo sempre il tuo;
non so davvero dove si nasconda,
dove custodisca il suo segreto.
Io non so dirti, no, non so dirti,
ma soltanto potrei parlarti
di quale devastante cataclisma sia capace,
di quali effetti e sospiri trabocca.
Saprei donarti di questa melodia solo una parte:
parte di quel suo squisito torpore,
quel mistero, quel lieve pizzicore,
e la voce tentennerebbe e non saprei dirti altro.

Svelati, ti scongiuro!!

Elessi il sonno come eterna dimora,
affinché fosse dolce l'incontro,
e l'amarti un fulgido sogno.
Pallido il volto divorato dal nero d'essenza.
Pallida la bocca nella smorfia d'un sorriso
dimezzato da un pianto di luce: pioggia che feconda
di stelle il momento frenetico della passione.
Pallido il naso, pallide le orecchie,
pallidi gli occhi bagnati da silenzio e dolore.
Sono la Poesia, anfora spaventosa
del fallimento umano, misura ed inganno,
gonfia di strazio e porpora; sono follia,
pura follia di tempo senza speranza.
A te ogni sera rivolgo la mia preghiera,
a te le mie fatiche son destinate, per te ciascuna parola vibra.

Ti tenevo fra i più sommersi pensieri,
eri lì, t'osservavo, e teneramente ti cullavo
come si cullano le oniriche nebbie
attendendo la notte, temendo l'alba però.
Bellezza ti chiamavo, ti invocavo,
aspettando tu giungessi chissà da quale paradiso o inferno,
abbracciata a sensuali cherubini dalle chiome fluenti...
Mi illudevo, ora lo so...mentre un gemito raccoglievo
e riponevo in fondo al petto.

Svelati, ti scongiuro!!

Ti annidi negli enigmi degli sguardi, stretta fra le braccia,
ora su labbra scarlatte e umide, ora su seni palpitanti.
Ti nascondi al mio tocco, al mio struggimento...
su di te più e più volte mi gettavo agonizzante,
ritornando ai gigli sbocciati di fresco,
sbocciati con orli insanguinati
e con foglie che grondavano lacrime e corallo.

Svelati, ti scongiuro!!

D'improvviso ti spogliasti di fronte al mio cuore,
simile alle rose tenaci d'inverno dalle cui radici pericolanti,
ma pur sempre saldamente ancorate alla nera madre terra,
prolifica ed esplode un tenero bocciolo irradiante profumi.
Di lì emergesti, da quella foschia, con splendide sembianze umane...
ogni cosa sembrò di colpo fermarsi
incastonandosi in un solo, unico, intenso respiro.
Sì che era morbida quell'immagine proiettata
sulle opache pareti dei giorni;
qualunque sensazione era confusa e spenta:
spente le emozioni, carnefici e mute spettatrici
d'una bramosia dal sapore feroce, 
persino i tambureggianti battiti parevano
lentamente spegnersi in una soffice rapsodia.
Melodia, la tua voce lieve giungeva...
ma subito spariva, onda naufraga del desiderio,
mentre violento il silenzio incalzava ed io fermo lì, ingoiato,
quasi sperduto...te, solo te, imploravo e cercavo...
Bellezza inganni, certo confondi!

Svelati, ti scongiuro!!

In te affluiscono i canti dei fiumi
col loro corso incessante e delicato;
in te riaffiorano i bagliori delle estive sere calde,
spiate dal vergine spicchio lunare;
in te...di fronte a te...
il balsamo del sentimento intenso
diviene silenziosamente commossa meraviglia.
Non saprebbe essere il mio pianto nubifragio più ardente,
lento sceso giù per gli impervi vicoli delle viscere,
sceso goccia dopo goccia
e racchiuso nell'intimità inaccessibile dell'amorevole tocco
con cui spesso la mia mano si scopre
sorpresa ad accarezzare la tua.
Nessuna lacrima, ti giuro, andò sprecata!

Pesante ho l'Anima di una tenebra perenne,
ebbra nell'istante dell'abbraccio, trepidante,
Avrei preferito i tuoi baci alla luna,
al vento che sulle mie stanche pupille
sparge afflizioni e singhiozzi.
Ma un bacio...perché così esitante?
Se la parola ha un suono tanto dolce,
quale sciagura potrebbe mai portare?
È un giuramento fatto un po' più da vicino,
un indicibile segreto sigillato sulle labbra,
una scintilla, una vertigine, un'alchimia,
un leggero sfiorarsi nell'ora buia
quando il sole muore nell'azzurra stanza delle illusioni.
Ecco cos'è...ma Bellezza fugge, o forse no...
è sempre lì, aspettando che qualcuno
la riconosca fra schiere di ombre e sappia custodirla
nella grazia di una carezza... salvandola da se stessa.


Finirà la tempesta ed il diluvio non annegherà,
rinfrescherà appena quest'Anima affamata;
tanto, se non posso vivere fra i tuoi pensieri, io non vivo affatto,
altri luoghi o sospiri sono roventi deserti in cui non voglio vagare.
Senza di te non riesco neppure a respirare...
dammi sollievo, ti supplico, dammi la cura al mio infido male...
ti prego...prima ch'io cessi di peregrinare dammi tutta te stessa...
una sola volta... una sola... e nelle vene non più sangue
fluirà rapido e vermiglio, ma incanto,
null'altro che incanto e... pace...armonia.
Un'altra notte volge alla fine,
l'ennesima magia spezzata per essere poi riconquistata.
Esistere... fortissimamente esistere,
cercarti e trovarti altre mille e mille volte ancora...
inseguirti sognando... e per me questo sei stata:
uno splendido sogno coagulato e vissuto
in un tenue soffio di vita...
nient'altro che un soffio di vita
da cui Bellezza nacque in quei petali gentili senza nome.


Luce d'onde


La solitudine mi spaventa...
Luna rovesciata, sbiadita testimone,
ferma spettatrice, desiderata, sospesa,
battuta dal freddo vento, piena, notturna.

Lenta passeggiata bagnata dal silenzio
che spruzzava parole e terra. Onde di luci
infrante sopra i miei occhi persi nei suoi
ad incendiare questo sensuale rapimento,
negazione e patimento, furibonda estasi.
E calava sui nostri pensieri un'opaca atmosfera,
quasi di fiaba, dove un bacio di Regina
sapeva risvegliarmi Re, così leggera la bocca,
vibrante farfalla muta, ha fecondato l'arido orizzonte
a stento sfiorato da un acquazzone d'argento.

Ametista viva, morbido diamante profumato,
smeraldo di raso, giada di seta,
opale di velluto, rubino sanguigno;
il mio paradiso, nato e cresciuto dall'inferno in petto,
ha sembianze di donna, e fra le sue braccia
si sciolgono le tenebre...
Aggrovigliata all'onirico lampo che tutta l'accende,
pare ergersi rinata dal lago palpitante amarene:
sommersa, fragile, splendida, distesa sotto le mie dita.

E...


Per me è enigma,
per gli altri è poesia:
quello che dentro mi muove
è come vuoto spazio
senza confini. Lacrime son
le stelle, galassie le parole;
ed io tuo satellite attorno ti orbito!
Della vitale precarietà sei
immagine e forma, quando scintillante
di freschezza conquisti i miei sonni.
Qualunque verità ritorna
ed anche tu sei ritornata ad avvolgere,
con imprudente fiamma avida,
il tempo profondissimo che condanna.

Tribolazione di sera


A volte in un rantolo conficco
il sommesso respiro tant'è
il dolore che divampa, ingoiando
noie, languori, frustranti capricci.

I ricordi assalgono, insospettabili
carnefici, le ore grondanti liquori,
attraversate da venti pulsanti
a lento ondeggiare di grano.

Donne e uomini misero in opera
le grazie di un sottile bocciolo
di mani, puntando il dito contro
le sferzanti gerarchie celesti.

Solo la luna


Con la notte sugli occhi scuri,
coll'affanno pesante, ma non troppo,
la luna in amore cerca dolce rifugio
tra le mani del poeta distrattamente opaco,
assorto negli acrobatici salti della mente
riflessa sul mare ad inseguire,
ancora una volta, l'immagine distorta
del prezzo da pagare per respirare ed essere felici!
Cadono le stelle come sogni perduti;
cadono e muoiono, smarrendosi fra i boschi,
aspettando che qualcuno corra a raccoglierle.
Ma vederle spente, solo inerte roccia, fa esplodere
il pianto a singhiozzi, quasi disperato risveglio
dalla foschia del desiderio. Gli alberi cantano
del sensuale alito accovacciato su foglie secche
pronte a precipitare ed avere miglior futuro!
Se di tanta malinconia ci si potesse accontentare,
se di tanto silenzio ci si potesse nutrire,
non avrebbe senso narrare antiche favole
dal'inatteso mancato finale:
tutto sarebbe un'eterna morte in punta di piedi.

Non di poesia


Non di petali è il fiore posato sulla tua bocca; non di parole è il canto che hai lasciato sulle labbra; non di nebbia e mieleè l'enigma a cui mi hai legato;non di sabbia è il segreto confessato;non di vento è il lieve suono della voceche alla notte sempre ritorna;non di polvere è il capriccio allo specchio;non di stupore è la rara materia dei sogni;non di menzogna è la metafora antica;non di sola eco è l'onda immobileorfana del suo fremere;non di naufragio,di questo naufragio, è il dolore;non di rugiada sono le tue carezze;non di luce né di silenzio è la manoche custodisce il tuo rinascerefra poesie nascoste nello stretto palmo.